17.3.10

Plus jamais. Una poesia di Louise de Vilmorin (Verriére-le-buisson 1902 - 1969)

Mai più

Mai più camere per noi

né baci a perdifiato

e mai più appuntamenti

né stagioni di un’ora sola

dove riposare alle tue ginocchia.

-

Perché il tempo dei ricordi

deve causarmi tanta pena

e perché il tempo della gioia

m’impone catene così pesanti

che io non le posso sostenere?

-

Riviera, oh, riviera dove amavo

abbordare il blu della tua ombra,

rive di novembre o di maggio

ove l’amore faceva da penombra

non vi vedrò mai più.

-

Mai più. E’ detto. E’ finito.

Mai passi uniti, mai numero,

mai tetto segreto, mai nido,

mai labbra dove fiorisce e sprofonda

l’istante che l’amore ha benedetto.

-

Che cos’è questa notte in pieno giorno?

che cosa nel brusìo questo silenzio?

Il mio giorno è andato via per sempre,

la mia voce non incanta che l’assenza.

Non mi dirai buongiorno.

-

Tu non dirai, vedendomi,

che io do luce alla differenza,

tu non dirai, credendolo,

che io sono la tua buona credenza

e che il mio cuore è chiaroveggente.

-

Il mio tempo non fu che una stagione.

Addio stagione passata in fretta.

Il mio languore e il mio delirio

tra le mie mani sono bene accolti

come l’amore in casa sua.

-

Addio piaceri di quei mattini

quando l’ora legata alle ore

veglia su un fuoco che non si spegne mai.

Addio. Non mi ha stancato

quello che non ho attinto.

Da L'Alphabet des aveux

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