13.3.10

Il dilemma del Piano carceri: una nuova "cricca" o la vecchia con nome nuovo.

La notizia non è nuovissima, ma sembra essere scomparsa nel marasma degli ultimi giorni. Proprio per questo mi pare che valga la pena di riparlarne, proponendo agli esperti un angoscioso dilemma. Il 17 febbraio scorso Guido Piga pubblicava su “la Nuova Sardegna” un articolo. Vi si riferiva che nell’isola sono in costruzione quattro carceri, a Cagliari, Sassari, Oristano e Tempio Pausania, e che a suo tempo le gare per l’affidamento dei lavori sono state coperte dal segreto di Stato, come per il G8.

Gli appalti per la costruzione degli istituti penitenziari sardi furono espletati in fretta e in furia nel dicembre 2005. Vi sovrintendeva il ministro dei grandi lavori Lunardi, che il 22 dicembre ne diede comunicazione al ministro della Giustizia Castelli, che il 26 avvisò la stampa. L’organismo che aveva seguito e aggiudicato gli appalti era il Siit (Servizi integrati infrastrutture) per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna, che era stato diretto fino a settembre 2005 dal Gentiluomo del Pontefice (nonché buon amichetto dei suoi coreuti) Angelo Balducci e, successivamente, da Fabio De Santis, anche lui finito in carcere con l’accusa di corruzione. Le procedure erano state emergenziali. Castelli e Lunardi, infatti, avevano insieme dichiarato nell’ottobre del 2003 che il carattere d’urgenza e le misure di sicurezza necessarie giustificavano la secretazione dell’appalto e “gare informali” in deroga alla pubblicità normalmente richiesta. E’ una misura eccezionale, ma prevista dalla legge quadro sui lavori pubblici. Una società esclusa dagli appalti, la Pizzarotti spa, aveva fatto ricorso al Tar competente, quello del Lazio perché il ministero delle Infrastrutture le aveva negato l’accesso agli atti della gara per le carceri di Sassari, ma i giudici avevano respinto il ricorso, affermando in sentenza che "la costruzione di un penitenziario può essere secretata".

I nomi delle società assegnatarie sono saltati fuori solo di recente, quando sono stati inseriti nell’elenco, pubblico, dell’Igi, l’Istituto grandi infrastrutture. Tre dei quattro vincitori nelle carceri sarde coincidono con i costruttori del G8 alla Maddalena, quelli dello scandalo. Opere Pubbliche spa (gruppo Gariazzo) ha vinto i lavori per le carceri di Cagliari (alla Maddalena ha poi realizzato il depuratore). Anemone srl ha vinto quelli per le carceri di Sassari (alla Maddalena ha costruito il palazzo delle conferenze). Gia.fi costruzioni ha vinto quelli per le carceri di Tempio (alla Maddalena ha costruito l’hotel dell’ex ospedale).

Ai primi di marzo la deputata Ferranti del Pd ha interrogato sulla questione il governo. Gli ha risposto il sottosegretario Reina, che ha confermato: le ditte aggiudicatarie sono proprio quelle, ma – ha aggiunto – è tutto in regola. La deputata non si è mostrata molto soddisfatta: nonostante la segretezza le carceri in questione non sono ultimate e pare che i costi superino di molto quelli preventivati.

Fin qui la notizia. La recente dichiarazione del ministro Alfano sull’emergenza carceri e il preannuncio di un piano, segreto e segretato, per la rapida ristrutturazione di alcune vecchie e costruzione di alcune nuove propongono un dilemma. Visto che le procedure sono sempre quelle, opacissime, l’appalto sarà monopolio della vecchia cricca (magari con nomi nuovi) o sarà preda di una nuova cricca?

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